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Dai carretti al polo logistico autoalimentato con energia alternativa: i 10 anni a Bolzaneto del mercato all’ingrosso

GB Ratto, amministratore delegato di Sgm, Società Gestione Mercato, parla anche il progetto di consegna in centro storico con mezzi elettrici e parla di <un sogno> che porterebbe la struttura ad ospitare anche altre merceologie

Gianni Ratto, poco prima del trasloco, in corso Sardegna

Trentacinque anni al mercato ortofrutticolo, da corso Sardegna a Bolzaneto, giusto 10 anni fa. Giovanni Battista Ratto (ma tra le cassette, dove la concretezza di chi è abituato a lavorare la notte è un imperativo, tagliano corto e lo chiamano semplicemente Gianni) racconta il mercato di 35 anni fa, quando nella struttura di San Fruttuoso le aziende erano un centinaio attorno alle quali giravano, a vario titolo, 20 mila addetti tra diretti e indiretti. I mercati generali non solo movimentavano un’economia immensa per la città, ma davano ossigeno a un intero quartiere, con bar e panifici aperti la notte, una serie di filiali di banche.

Il treno che ancora negli anni ’50 portava la merce fino al mercato

Con lo spostamento delle imprese nella nuova struttura, nella zona non è rimasta solo la struttura da riusare, ma un vuoto incredibile di consumi, saracinesche abbassate, attività che vivevano (e anche bene) sulle frequentazioni del mercato, grossisti, lavoratori e clienti, che hanno perso di colpo quasi per intero il giro d’affari. Restare lì, però, non era più possibile. Non era possibile per le imprese dei grossisti confrontarsi con la concorrenza di altre città e il mercato si era spaventosamente contratto perché nella struttura che risale al 1929, costruita per tutt’altre esigenze, il solo concetto di logistica era totalmente inapplicabile. Tutto funzionava a spinta e a spalle e il mercato e le vie limitrofe erano tutto un brulicare di persone, come raccontano le cronache dell’epoca non sempre assunte regolarmente, ma assoldate a giornata (anzi, a nottata) sul posto. Oggi al mercato di Bolzaneto non si entra senza badge. Del salto temporale, dagli inizi del ‘900 al futuro, Ratto è stato uno dei motori più forti. A testa bassa ha spinto i grossisti, convinto le istituzioni, impegnato i colleghi a investire. Quello di Bolzaneto è l’unico Ingrosso della città in cui anche gli imprenditori hanno investito. Non lo hanno voluto fare quelli dei mercati delle carni, dei fiori, dell’ittico e i risultati si vedono. Il primo non esiste più, con tutto il macello, del secondo il Comune ha venduto la struttura, il terzo è compresso a Ca’ de Pitta e dei mille progetti di aprire una sede sul mare (conditio sine qua non che i commercianti avevano imposto per partecipare alla spesa, non tenendo conto del fatto che nessun mercato tranne quello dell’ortofrutta è un obbligo per l’amministrazione) non si sente nemmeno più parlare.

Sopra – Il mercato di corso Sardegna nel luglio 2009, poco prima del trasloco a Bolzaneto. Foto GenovaQuotidiana, tutti i diritti riservati

L’interno del mercato di Bolzaneto

Il mercato di Bolzaneto, invece, e vivo e vegeto, pensa allo sviluppo, ha salvato la categoria nonostante ormai i grossisti si siano ridotti a 27: segno dei tempi e dei consumi. Nella società di gestione, SGM (Società Gestione Mercato), in ragione dell’investimento, sono presenti i grossisti che esprimono anche la figura dell’amministratore delegato, Ratto, appunto.

Cosa è ora il mercato e a cosa punta? <Fino alla metà degli anni ’80 i mercati all’ingrosso sono rimasti l’unico centro di distribuzione dell’ortofrutta – racconta Ratto. Poi le cose sono andate via via cambiando. Oggi sono uno dei centri di distribuzione, il principale, ma non sono più l’unico e sono diventati delle grandi piattaforme logistiche. Genova lo è già, abbiamo impostato così il mercato sin dall’inizio. Il cambiamento è stato veloce perché avevamo gli spazi per fare cose diverse. Oggi c’è la principale realtà che è l’ortomercato, poi tutta una serie di realtà logistiche. Molti operatori, a loro volta, fanno logistica perché al cliente non s vende più solo il prodotto, ma il servizio insieme al prodotto. E questa è la sfida del futuro>.

Energia alternativa e consegna con mezzi elettrici

Due i progetti a corto raggio temporale che porteranno novità nella struttura di Bolzaneto. <Abbiamo con la proprietà dell’immobile, Spim, la realizzazione di un importante polo di produzione dell’energia alternativa. Abbiamo le gare in corso. Diventeremo quasi autonomi>. Tutto dovrebbe essere pronto per i primi mesi del prossimo anno.
Il secondo progetto è quello relativo alla consegna dei prodotti nel centro storico <con mezzi elettrici o, comunque, ad emissione zero> aggiunge l’ad del mercato. <Abbiamo una struttura moderna, per fortuna già servita da colonnine elettriche – prosegue Ratto -. Non sarebbe un grosso problema elettrificare tutti gli accosti del mercato. Ci piacerebbe molto. Dobbiamo trovare l’adesione dell’amministrazione comunale. Vorremmo arrivare nelle zone a viabilità limitata con mezzi elettrici.
C’è poi quello che Ratto definisce <un sogno> che porterebbe a sviluppare la struttura <con altre merceologie>. Ma di più l’ad di Sgm non si sbottona. Che sia il mercato del pesce che oggi sta nell’angusto spazio di Ca’ de Pitta e a Bolzaneto troverebbe quell’accosto al casello autostradale che ora, in Valbisagno, manca?

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